04.10.2024 16:59
EMIGRAZIONE. BORDIN A UD: PUNTARE SU SENSO DI APPARTENENZA DEI GIOVANI
(ACON) Udine, 4 ott - Tra il 2011 e il 2023 trentamila giovani
della fascia 18-34 anni hanno lasciato il Friuli Venezia Giulia
per andare a lavorare (o a specializzarsi) all'estero, con
Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Regno Unito come
destinazioni privilegiate. E il 35% dei giovani della stessa
fascia anagrafica residenti in Fvg, quindi più di uno su tre,
manifesta un'elevata propensione a espatriare, che cresce in
relazione al livello d'istruzione: nel 2022, infatti, il 51% dei
giovani friulani partiti per l'estero erano laureati.
È quanto emerge dall'indagine "I giovani e la scelta di
trasferirsi all'estero. Propensione e motivazione", realizzata
dalla Fondazione Nordest, uno dei piatti forti del seminario
"Nuova e vecchia emigrazione a confronto", che si è aperto questo
pomeriggio e proseguirà fino a domani a Udine, nel centro
congressi Paolino d'Aquileia di via Treppo 5.
Alla stimolante assise - che rientra in un progetto finanziato
dalla Regione e vede la partecipazione di tutte le associazioni
che si occupano di corregionali all'estero - ha portato i saluti
anche Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale del Friuli
Venezia Giulia. Protagonista assieme al sindaco di Udine Alberto
Felice De Toni, al vicepresidente dell'ente Friuli nel mondo
Guido Nassimbeni e al coordinatore dei gruppi di lavoro Luigi
Papais di un gustoso antipasto dialettico prima delle relazioni.
Lo spunto è venuto dalle considerazioni di Nassimbeni sulle
caratteristiche della nuova emigrazione, altrimenti detta fuga
dei cervelli. "Andare all'estero non è un fatto negativo - ha
sottolineato il vice di Franco Iacop, assente giustificato per un
impegno istituzionale in Argentina - ma purtroppo molti giovani
del Fvg non hanno il biglietto di ritorno".
Su questa premessa si è innestato l'ampio ragionamento di Bordin.
"Da una migrazione di necessità - ha ricordato il massimo
rappresentante dell'Assemblea legislativa - siamo passati a una
migrazione di opportunità. Nell'ultimo anno sono stato in
Australia e in Canada e mi ha colpito sentire dalla voce dei
vecchi emigranti che un tempo non c'era altra scelta che partire
per sopravvivere, un viaggio con mille incognite e con il peso
della distanza dalla famiglia, di cui si venivano a sapere le
notizie belle o brutte soltanto dopo mesi. Oggi invece al giovane
che sbarca all'estero basta una videochiamata su Whatsapp per
connettersi all'istante con i suoi cari".
Ma perché questo fenomeno è così diffuso? "Da una parte siamo noi
adulti a spingere i giovani a fare esperienze all'estero per
imparare di più - si è risposto Bordin -, dall'altra bisogna
ammettere che l'Italia negli ultimi 20-30 anni ha fatto un passo
indietro in termini di capacità di valorizzare professionalmente
i giovani in tempi adeguati, e anche sotto il profilo
squisitamente economico delle buste paga. Gli stipendi da noi
sono più bassi, anche se dovremmo mettere in conto pure valori
extraeconomici come la qualità della vita e dei servizi, la
comodità degli spostamenti, e anche il sistema pensionistico e
sanitario che fornisce garanzie a tutti, a differenza di molti
altri Paesi". Dunque "ben vengano le esperienze dei giovani
all'estero, ma attiviamo i meccanismi per farli poi tornare alla
base, puntando anche sui valori identitari, sul senso di
appartenenza alla comunità".
Tutti questi meccanismi della società si inseriscono in quello
che Bordin ha definito "l'unico vero dramma, ovvero l'inverno
demografico, la denatalità, di cui non siamo ancora del tutto
consapevoli. Dobbiamo fare di più - ha suggerito il presidente -
per sostenere chi mette al mondo un figlio, riportando la
famiglia al centro della società".
Parole riprese con una sfumatura diversa dal sindaco De Toni,
convinto che il tema della denatalità vada declinato a livello
mondiale più che nazionale e che occorra immaginare "forti
interconnessioni tra i nostri laureati all'estero e il
territorio, creando interessi economici e reti economiche". Il
primo cittadino di Udine ha lanciato l'idea di un assessore
regionale all'emigrazione, con Bordin che gli ha ricordato come
"l'assessore Roberti stia facendo un ottimo lavoro su questi
temi" e Papais che ha sottolineato come "il Fvg sia una delle
poche Regioni che investe su questo genere di politiche".
ACON/FA