20.02.2024 15:31
CASTELLO PN. CONSEGNATA PETIZIONE A BORDIN: RESTITUIRE BENE AL COMUNE
(ACON) Trieste, 20 feb - Riportare il Castello di Pordenone
nelle disponibilità dell'Amministrazione comunale, in modo che
siano i cittadini, attraverso il municipio, a deciderne la futura
destinazione una volta terminata la funzione attuale, quella di
ospitare il carcere cittadino.
È questa la richiesta contenuta nella petizione popolare -
politicamente bipartisan - firmata da più di mille cittadini e
consegnata oggi al presidente del Consiglio regionale, Mauro
Bordin, durante la pausa dei lavori d'Aula. Il primo firmatario è
Marco Salvador, consigliere comunale pordenonese, che era
accompagnato dal vicesindaco di Pordenone, Alberto Parigi, e da
Roberto Freschi, portavoce della lista "La Civica". Sempre a
livello pordenonese, tra i firmatari spiccano i nomi del sindaco,
Alessandro Ciriani, e del deputato Emanuele Loperfido, già numero
due della Giunta.
Analoga trasversalità in ambito regionale: la petizione è stata
infatti presentata congiuntamente da sei consiglieri di diversa
estrazione politica. Si tratta di Simone Polesello (Fedriga
presidente), Nicola Conficoni (Pd), Marco Putto (Patto-Civica),
Furio Honsell (Open), Carlo Bolzonello (Fp) e Serena Pellegrino
(Avs).
Alla Regione i firmatari fanno presente in premessa che "il
penitenziario attualmente ubicato presso il Castello di Pordenone
è soggetto all'iter burocratico che nei prossimi anni lo porterà
al suo definitivo trasferimento a San Vito al Tagliamento". In
vista di questo passaggio di funzioni, si chiede agli organi
preposti, ovvero i Ministeri competenti, per il tramite della
Regione Fvg e con il coinvolgimento dello stesso Comune di
Pordenone, "la possibilità e l'opportunità che il centro storico
della città possa essere completato con il ricongiungimento
dell'antico Castello di piazza della Motta a tale importante
patrimonio".
Ricordando infatti sinteticamente la storia dell'edificio, i
promotori della petizione popolare menzionano i frequenti
rimaneggiamenti e passaggi di proprietà che hanno caratterizzato
la storia del Castello, che risale alla metà del Duecento e prima
di trasformarsi in un carcere è stato residenza dei capitani
asburgici nel Cinquecento e sede dei provveditori veneziani fino
alla caduta della Serenissima nel 1797.
L'obiettivo dei promotori - esposto anche nel corso dell'incontro
con Bordin nel salottino della Presidenza del Cr - è dunque
ricongiungere in un unico comparto tutto il nucleo storico
originario di Pordenone, come hanno illustrato Salvador, Parigi e
Freschi.
A loro volta Polesello, Conficoni e Bolzonello hanno ribadito il
sostegno all'iniziativa, mentre Honsell ha suggerito di
interessare della vicenda la Commissione paritetica
Stato-Regione, "come già si fece a suo tempo per il Castello di
Udine". Pellegrino ha invece messo in rilievo il problema della
futura gestione del bene, "a cui bisognerebbe pensare per tempo".
Suggerimenti, questi ultimi, accolti con favore dal presidente
del Consiglio regionale, che trasmetterà la petizione alla
commissione competente. "Negli ultimi anni - ha osservato Mauro
Bordin - abbiamo richiesto e ottenuto molti beni dallo Stato, ma
alcuni di questi sono ancora inutilizzati. Credo dunque sia
saggio valutare fin da subito l'aspetto della futura destinazione
e gestione". Apprezzato anche il suggerimento di coinvolgere la
Paritetica, "che incontreremo nella sua nuova composizione
proprio questo venerdì in V Commissione", ha aggiunto il
presidente dell'Aula.
Nel ringraziare i proponenti "per il senso civico e l'interesse
per il patrimonio storico e architettonico della città di
Pordenone", Bordin ha osservato infine che "le petizioni spesso
segnalano criticità, mentre in questo caso il testo prefigura una
bella opportunità".
ACON/FA