20.02.2024 11:50
GIORNO RICORDO. BORDIN: MAI DIMENTICARE, MAI TRASCINARE RANCORI
Celebrazione in Aula. Il presidente del Cr: quest'anno emozione
speciale. Fedriga: no a negazioni e giustificazioni
(ACON) Trieste, 20 feb - Il Giorno del Ricordo è innanzitutto
un'emozione. È questa la parola che è stata utilizzata più spesso
nel corso della commemorazione ufficiale in Consiglio regionale,
in apertura della seduta mattutina.
Mauro Bordin, il presidente dell'Assemblea legislativa Fvg, ha
parlato di "emozione speciale" nelle celebrazioni di quest'anno,
in quanto sono passati esattamente vent'anni dalla promulgazione
di una legge "pensata per onorare le vittime delle Foibe e più in
generale per riflettere sulla tragedia dell'esodo da Istria,
Fiume e Dalmazia, una delle pagine più tristi della storia del
Dopoguerra". "Ma a rendere l'emozione così forte, anche a decenni
di distanza - ha aggiunto il presidente, tornando su quella
parola che definisce un sentimento collettivo - è il fatto che si
tratta di una tragedia troppo a lungo dimenticata".
"Chi era presente alla cerimonia di Basovizza - ha sottolineato
ancora Bordin - ha potuto tastare personalmente l'emozione di
quei momenti, con testimonianze dirette di quanto successe:
esecuzioni disumane, inspiegabili e inaccettabili, di fronte alle
quali non può che esserci la condanna unanime delle forze
politiche. Non c'è giustificazione possibile per torture e
uccisioni, per l'odio nei confronti del prossimo".
Ricordando l'importanza della visita a Trieste della presidente
Giorgia Meloni e l'istituzione del Treno del ricordo, Bordin ha
aggiunto che "queste iniziative non hanno, e non devono assumere,
connotati di rivendicazione e di rivalsa nei confronti dei nostri
vicini, i cittadini della Slovenia e della Croazia. Come
testimonia in modo esemplare la collaborazione tra Gorizia e Nova
Gorica per diventare insieme capitale europea della cultura".
"Mai dimenticare - è stato il messaggio finale del presidente del
Consiglio regionale - e allo stesso tempo mai trascinare rancori:
la storia ci insegni a diventare uomini migliori e a costruire
una società migliore". Nello spirito di quel che avvenne il 13
luglio 2020, quando i presidenti della Repubblica di Italia e
Slovenia, Sergio Mattarella e Borut Pahor, "resero omaggio
insieme alle vittime delle Foibe dopo aver riconsegnato alla
comunità slovena triestina il Narodni dom, la Casa della cultura
che venne incendiata dallo squadrismo fascista nel 1920".
Un concetto, quello del dovere del ricordo e al contempo della
necessità del dialogo, ripreso nel successivo intervento del
governatore, Massimiliano Fedriga, che ha parlato dopo la
proiezione in aula di un filmato sui drammatici giorni dell'esodo.
Anche il presidente della Regione ha fatto riferimento
all'iniziativa di Mattarella e Pahor per auspicare "pace e
dialogo, piuttosto che rivalsa e vendetta". Una "pacificazione
tra i popoli del continente" che però "non può essere costruita
sulla base di menzogne e silenzi, ma soltanto sulla base della
verità, anche se drammatica. E in quest'ottica - ha aggiunto
Fedriga - credo che sia fondamentale dire con fermezza che le
persecuzioni perpetrate dai comunisti titini ai danni di italiani
innocenti non possono trovare negazione né giustificazione da
parte di studiosi o pseudostudiosi che ne riducono la portata. È
stato un regime sanguinario che voleva fare pulizia etnica e
colpiva anche gli oppositori politici sloveni e croati".
La commemorazione si è conclusa con il previsto minuto di
silenzio, con tutti i consiglieri in piedi.
ACON/FA