13.09.2023 17:02
EVENTI. BORDIN A PNLEGGE: EVITARE SOVRAESPOSIZIONE MINORI ON LINE
(ACON) Pordenone, 13 set - Si chiama sharenting ed è la crasi
tra due parole inglesi: share, cioè condividere on line, nel caso
specifico immagini e video, e parenting, ossia genitorialità. E
spiega un fenomeno: l'abitudine dei genitori di pubblicare troppe
informazioni dei propri figli sulle piattaforme internet, un modo
per guadagnare qualche like in più sui social.
La tematica, oggi più che mai di attualità, è l'argomento
centrale del libro "Sharenting. Genitori e rischi della
sovraesposizione dei figli on line", scritto dal formatore e
consulente in tema di tecnologia Gianluigi Bonanomi e presentato
questo pomeriggio all'auditorium della Regione, a Pordenone. Un
evento organizzato nell'ambito di Pordenonelegge dalla biblioteca
del Consiglio regionale del Fvg.
Introdotto dal direttore della biblioteca Massimiliano
Pastrovicchio ("Siamo qui per il quinto anno consecutivo e questo
perché il Cr, oltre a fare le leggi, esce dalle sacre stanze per
dare servizi ai cittadini: la nostra volontà, con questa
presentazione, è di parlare di diritti, nello specifico di quelli
dei bambini"), ha preso la parola il presidente del Consiglio
regionale Fvg, Mauro Bordin.
"Questo libro è rivolto a tutti i genitori e fa molto riflettere
- ha esordito, dopo aver ricordato le attività extra legislative
dell'Aula -. Ognuno di noi sente il desiderio di esporre sui
social i figli, mostrando la loro bellezza e le loro capacità, ma
d'altro canto c'è un serio rischio di sovraesporli. Bisogna
trovare l'equilibrio e il modo per gestire al meglio, nella
giusta misura, l'approccio on line".
"La privacy è un tema importante e personalmente - ha continuato
Bordin, davanti a una platea in cui erano presenti anche i
consiglieri regionali Furio Honsell e Carlo Bolzonello - pubblico
sui social pochissime foto di mia figlia, facendo in modo da non
renderla troppo riconoscibile. Si tratta pur sempre di immagini
private e queste, una volta on line, rimangono a disposizione di
tutti, con i conseguenti rischi e pericoli, anche gravi".
L'autore ha affrontato la questione a partire da alcuni numeri.
Il più incredibile: uno studio realizzato in Australia ha
dimostrato che il 50% delle foto rintracciate sui database dei
pedofili arrivano dai social di genitori. "Inoltre - ha spiegato
Bonanomi - una ricerca italiana rileva che l'88% delle mamme che
postano foto dei figli non hanno mai chiesto loro il permesso:
vuol dire 9 su 10".
Le ragioni per cui un genitore sovraespone il figlio sono
diverse. "C'è chi dice che nell'era della vetrinizzazione sociale
oggi è ormai normale condividere ogni momento della vita, ma
esiste anche una questione di insicurezza: i genitori espongono i
figli per far vedere quanto sono stati bravi a creare una
creatura così bella", ha aggiunto.
Il libro illustra infine anche le conseguenze dello sharenting.
"L'imbarazzo dei figli, ma soprattutto il danno alla privacy - ha
concluso Bonanomi -. Ci sono anche rischi per la sua sicurezza,
visto che le informazioni potrebbero arrivare a qualche
malintenzionato, ma anche il grooming, l'adescamento, il furto di
identità e il cyberbullismo. L'unica strada è lo share with care,
usando attenzione e cura".
ACON/MT-fa